Uno dei generi più sottovalutati e screditati di sempre, come era ben successo negli anni 00’ sta contaminando tutte le correnti musicali.
Honestly, Nevermind è tra i dischi che rappresenta al meglio il connubio tra musica elettronica e mondo mainstream; un viaggio in cui vengono messe da parte le parole per lasciare spazio all’emozione guidate dalle instrumental.
L’album è prodotto da Black Coffee con la partecipazione di Gordo, Rampa, &ME e Alex Lustig.
Al giorno d’oggi siamo abituati ad ascoltare parole, parole e parole…questo perché siamo troppo superficiali, abbiamo bisogno di qualcosa di materiale e fisico per emozionarci, non ci si emoziona più guardando l’alba, la natura, ascoltando un suono, cerchiamo qualcuno che ci inculchi emozioni.
La musica ormai è diventata piatta, monotona, vengono ripetute sempre le stesse parole, e se da ora in poi fossimo noi a parlare ? E se lasciassimo che le instrumental guidino questo viaggio delle emozioni?
Bene, questo è quello che capita nei club ed è proprio qui che Drake con questo album vuole catapultarci, una realtà prese di mira negativamente da tutti, ma che in realtà racchiude un esperienze unica.
La ‘malinconia’ è il centro emotivo delle tracce, ma, come accade ad esempio in “Massive”, sembra fatta apposta per ballare da soli in mezzo alla folla, per concentrarsi sul corpo più che sulla mente.
Ci piace “leggere” che la mission di questo album sia quella di far conoscere a tutti ciò che si nasconde dietro lo steriotipo dei club, alla fine l’album è dedicato a Virgil Abloh e chi meglio di lui ha lottato per portare in alto il nome della club culture.